Vera Buondonno Lombardi, Presidente della Associazione Italiana Diabetici (FAND).

La FAND - Associazione Italiana Diabetici è stata fondata nel 1982 e attualmente rappresenta oltre 100 associazioni di diabetici su tutto il territorio nazionale.
La sua presidentessa, Vera Buondonno Lombardi, commenta così la campagna di comunicazione Farmindustria (2005) al momento del suo lancio e attualmente visibile in home page.

Che cosa ha pensato del modo in cui la sua patologia è rappresentata nella campagna?
Sono rimasta colpita, per svariate ragioni, dall'immagine, bella e rassicurante, del giovane diabetico che firma un mutuo trentennale. In primo luogo perché è una persona dall'apparenza sana e robusta, come accade nella realtà per la maggior parte dei diabetici, che possono giovarsi dei grandi progressi ottenuti dalla scienza farmacologica nel trattamento della loro malattia. In secondo luogo perché la storia rappresentata esprime un messaggio di grande speranza nel futuro, non solo da parte della persona malata che decide di affrontare l'acquisto di una casa, ma anche da parte della società che lo circonda. Basti pensare che fino a venti anni fa le assicurazioni si rifiutavano di stipulare polizze per malati di diabete e che anche le banche faticavano a concedere prestiti e mutui.

La rappresentazione di un cambiamento sociale, quindi.
Certamente, ma non solo. È soprattutto grazie ai progressi ottenuti nella cura che è cambiato il modo di vivere la malattia da parte dei pazienti e, di conseguenza, anche nella società.

Una campagna per far conoscere e diffondere meglio i valori delle imprese del farmaco e il loro impegno nella ricerca ha, secondo lei, una qualche utilità?
È un'iniziativa utile e giusta perché la pubblica opinione non sa quanto importante sia stato l'apporto della ricerca farmaceutica nel garantire a tutti i malati, e non solo ai diabetici, gli attuali standard di vita. Per quanto riguarda la nostra patologia, in particolare, la ricerca non ha dato solo cure, ma anche test diagnostici rapidi e accurati che ci consentono di tenere sotto controllo la glicemia e prevenire le complicanze della malattia.

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Cosa vi aspettate per il futuro?
Che la ricerca farmacologica vada avanti e che ci dia, se non la cura definitiva, almeno ulteriori strumenti per affrontare con ancora minori difficoltà la vita di tutti i giorni.

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