Uno strumento di prevenzione


Grazie alle vaccinazioni si è ridotto nel mondo il tasso di mortalità per molte patologie e si sono ottenuti significativi vantaggi in termini di costi-benefici nell'area della salute.

L'OMS e l'UNICEF hanno sostenuto l'incremento della copertura vaccinale lanciando nel 1974 l'Expanded Programme on Immunization (EPI) per assicurare la vaccinazione di base (per difterite, morbillo, pertosse, tetano, poliomielite e tubercolosi) ai bambini nel mondo.
Nel 2000 è stata costituita sulla base di una partnership tra operatori pubblici e privati (governi nazionali, UNICEF, OMS, Banca Mondiale, Fondazione Bill&Melinda Gates, produttori di vaccini, istituzioni sanitarie e organizzazioni non governative) la Global Alliance for Vaccines and Immunization (GAVI) per promuovere l'accesso ai vaccini già in commercio e accelerare lo sviluppo di farmaci per le malattie infettive ancora pericolose nei Paesi più poveri.

L'OMS ha stimato che dal 2000 al 2008 il GAVI ha evitato 3,4 milioni di decessi vaccinando:

  • 50,9 milioni di bambini contro la difterite, il tetano e la pertosse;
  • 192,2 milioni di bambini contro l'epatite B;
  • 41,7 milioni di bambini contro l'Haemophilus influenzae b;
  • 35,6 milioni di persone per la febbre gialla.

Queste iniziative e la diffusione della cultura della prevenzione a livello mondiale hanno garantito una copertura vaccinale sempre più ampia, assicurando il controllo e, in alcuni casi, anche l'eradicazione della malattia. Secondo l'OMS ogni anno nel mondo la prevenzione salva la vita di oltre 2 milioni di bambini.

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L'herd immunity rappresenta l'immunità o la resistenza collettiva a un determinato agente patogeno da parte di una comunità. L'immunizzazione è quindi un intervento medico di profilassi con il più alto valore di costo-efficacia, che ha un impatto positivo sull'intera società. Per ogni vaccino esiste, infatti, un grado di copertura al di sopra del quale anche i soggetti non vaccinati beneficiano della protezione dall'infezione.

La copertura vaccinale
In Italia le vaccinazioni si distinguono in obbligatorie e raccomandate (anche se la differenza è andata progressivamente riducendosi grazie al Piano Nazionale Vaccini 2005-2007).

Tra i vaccini obbligatori per i nuovi nati ci sono quelli contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite virale B. Quelli raccomandati dalle Autorità sanitarie sono invece indirizzati a chi, per classe d'età, per patologia o per motivi professionali è esposto a particolari agenti patogeni.
Tra i vaccini raccomandati ci sono quelli contro la pertosse, il morbillo, la parotite, la rosolia, l'Haemophilus influenzae b, il meningococco C, il pneumococco, la varicella e l’influenza.

Dal 2007 è stata inoltre avviata in Italia la campagna di offerta gratuita del vaccino contro il Papilloma virus (HPV) rivolto alle adolescenti dagli 11 ai 12 anni, con l'obiettivo di raggiungere una copertura molto elevata entro i cinque anni dall'inizio del programma di vaccinazione.

Nel 2009 la copertura vaccinale pediatrica in Italia ha superato l'obiettivo del 95%, con una disomogeneità talvolta marcata per alcune Regioni, causando la comparsa di piccole e diffuse epidemie di morbillo. Solo per la vaccinazione MPR a una dose (morbillo, parotite e rosolia) si riscontrano livelli che non superano il 90%.

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