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Negli ultimi anni viaggiare è diventato molto più rapido e meno
costoso: tuttavia, per gli oltre 700 milioni di viaggiatori che si
spostano ogni anno, con la mobilità, è cresciuto anche il pericolo di
contrarre una malattia o di divenire un veicolo di infezione. Per
gestire questo rischio si agisce sia seguendo misure di prevenzione e
profilassi, sia potenziando i mezzi di identificazione e trattamento
tempestivo dei casi di malattie importate.
Che cosa si intende con il termine “profilassi di
viaggio”?
Per profilassi di viaggio si intende la necessità di ricorrere ad una o
più pratiche vaccinali e/o assunzioni di farmaci e/o adozione di
comportamenti igienici allo scopo di prevenire il rischio di contrarre
infezioni mentre ci si trova all’estero. Per tale ragione 4-6 settimane
prima di partire è opportuno consultare il proprio medico curante, per
valutare attentamente se adottare specifiche cautele in tal senso, a
causa della presenza di malattie infettive endemiche nella destinazione
di viaggio. Altri importanti fattori da tenere in considerazione sono
malattie o disturbi preesistenti, il proprio stato vaccinale, nonché
allergie a cibi o farmaci ed eventuali viaggi precedenti.
Fondamentale è inoltre considerare l'esistenza di particolari regimi
terapeutici e/o condizioni di salute in atto, come la gravidanza, che
potrebbero sconsigliare viaggi in zone con situazioni climatiche e
ambientali diverse da quelle abituali, o controindicare la profilassi
farmacologica e/o vaccinale.
Quali sono i fattori di rischio?
A seconda del paese visitato, l’organismo può essere sottoposto a
diversi fattori che potrebbero far aumentare il rischio di contrarre
malattie o l’insorgenza di disturbi:
- presenza di vettori e/o parassiti nell'ambiente e
negli animali con i quali si può entrare in contatto;
- alimenti e acqua;
- condizioni ambientali a cui l'organismo non è
abituato (altitudine, siccità, temperature troppo elevate).
Bambini, anziani, donne in gravidanza e individui immunocompromessi
sono le categorie maggiormente a rischio.
Quali sono le malattie infettive più diffuse e le
misure profilattiche disponibili?
La profilassi (vaccinale e/o farmacologica) rappresenta un efficace
metodo preventivo nei confronti di alcune malattie infettive. Prima di
partire è opportuno controllare di essere in regola con quelle previste
dallo specifico programma della nazione da visitare. A seconda della
meta del viaggio, saranno consigliati specifici vaccini o profilassi
farmacologiche contro determinate malattie infettive. Molti paesi
richiedono un certificato internazionale di vaccinazione valido per chi
abbia soggiornato o anche soltanto attraversato paesi con zone infette
endemiche per particolari malattie infettive. Per la maggior parte si
tratta di patologie poco comuni o del tutto eradicate in Italia e nei
Paesi dell’Unione Europea.
Particolarmente diffuse sono le malattie trasmesse tramite le punture
di zanzara. Soltanto per alcune di queste malattie esistono specifiche
profilassi che devono essere effettuate prima della partenza. In ogni
caso, una volta giunti in loco, è opportuno ricorrere all’uso di
prodotti repellenti e/o di zanzariere per prevenire le punture degli
insetti.
La malaria è causata dal Plasmodium,
un protozoo parassita trasmesso all'uomo dalla zanzara Anopheles, è
diffusa in Africa, in India, nel sud est asiatico e in parte
dell’America centrale. Si manifesta con sintomi simil-influenzali,
caratterizzati da febbre intermittente, dopo un periodo di incubazione
di circa 14 giorni. Se si manifestano questi sintomi è opportuno
recarsi al più presto presso un medico o una struttura ospedaliera, per
ricevere le cure adeguate. Esiste una chemioprofilassi farmacologica
specifica che deve essere iniziata prima di partire e poi continuata
per tutta la durata del soggiorno e per non meno di 4 settimane dopo il
rientro in patria.
La febbre gialla è causata da un
virus della famiglia dei Flavivirus, trasmesso all’uomo dalla zanzara
Aedes, è presente in modo endemico nell’Africa sub sahariana, in
America centrale e nelle zone equatoriali in genere. Dopo un periodo di
incubazione di circa 3-6 giorni, provoca febbre simil-influenzale con
possibile ittero ed emorragie. È disponibile un vaccino che ha
un’efficacia profilattica nel 90/95%, dei casi ed è raccomandato a chi
si reca in zone endemiche. Non esiste una vera e propria terapia
specifica, ma un trattamento sintomatologico.
La dengue è provocata da un virus trasmesso dalla
zanzara Aedes, diffusa nel Sud Est asiatico, in America Meridionale, in
Africa e in Oceania. Si manifesta con una sindrome simil-influenzale
con possibile eruzione cutanea o fenomeni emorragici come petecchie ed
ecchimosi. Non esistono né un vaccino, né una profilassi farmacologica.
Il paziente deve sottoporsi a cure adeguate.
Oltre alle malattie trasmesse tramite le punture di zanzara, esistono
alcune altre malattie infettive trasmesse per altre vie che possono
essere prevenute con una profilassi specifica.
La febbre tifoide, causata da un
batterio del genere Salmonella, è trasmessa per via oro-fecale. Ha un
esordio insidioso con febbre, cefalea, bradicardia e necessita di
trattamento medico adeguato. È disponibile un vaccino, efficace
all’80-90% con una durata di copertura di circa 2-3 anni.
La meningite meningococcica è
causata da un batterio (Neisseria meningitidis) e
si trasmette per via aerea. Dopo 2-10 giorni di incubazione, si
manifesta con improvviso e intenso mal di testa, febbre, nausea,
vomito, fotofobia e rigidità del collo. Esiste un vaccino che
garantisce una valida protezione per circa 3 anni. La vaccinazione è
raccomandata ai viaggiatori diretti nella cosiddetta area della
“cintura della meningite” (soprattutto se nella stagione secca),
localizzata nella zona compresa fra Mali ed Etiopia dell’Africa sub
sahariana ed è considerata area endemica (in particolare il Burkina
Faso).
Infine, vanno menzionate alcune infezioni a trasmissione oro-fecale,
per le quali non esistono profilassi specifiche, ma che possono essere
prevenute mediante l’attuazione di rigorose norme igieniche.
In genere si tratta di forme dissenteriche provocate da parassiti o
batteri presenti nell’acqua o nei cibi contaminati, o in alimenti
consumati crudi (per esempio pesce o crostacei). Tra queste, si
ricordano il colera, l’amebiasi, la dissenteria del viaggiatore e la
dissenteria bacillare (o shigellosi). La terapia può essere
farmacologica e/o di supporto (somministrazione di liquidi e minerali
per ripristinare le perdite idriche avvenute attraverso le feci). Nei
casi più gravi il paziente dev’essere assistito da una struttura
ospedaliera.
L’OMS suggerisce alcune regole semplici da seguire:
- bere solo acqua potabile e latte pastorizzato;
- cuocere accuratamente gli alimenti (o riscaldarli nel
caso siano precotti) in modo che anche le parti interne raggiungano una
temperatura di almeno 70°C. Evitare ogni contatto fra cibi crudi e
cotti;
- consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura
oppure conservarli in frigorifero.
- mantenere rigorosamente puliti gli spazi e le
superfici della cucina, e curare in modo particolare l'igiene delle
mani, soprattutto quando si manipolano gli alimenti;
- proteggere il cibo dagli insetti e dal contatto con
altri animali.
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