Il problema della tossicità

È grazie a Paul Ehrlich che si scopre il lato oscuro dei farmaci: gli effetti collaterali e il loro potenziale tossico. Il ricercatore tedesco getta le basi per lo studio dei recettori.

Nel 1905 viene identificato dal medico tedesco Fritz Richard Schaudinn il Treponema pallidum, l'agente responsabile della sifilide, una malattia allora diffusissima e molto pericolosa. È una scoperta epocale: alcuni anni dopo, nel 1910, un batteriologo, Paul Ehrlich, mette a punto per la prima volta un farmaco di sintesi (chemioterapico) capace di aggredire un germe: il germe della sifilide. Si rende conto che certi coloranti si legano ai batteri, allora testa 606 composti e proprio l'ultimo di questi, a base di arsenico, si dimostra efficace.

Somministrandolo ai pazienti, tuttavia, realizza che il farmaco presenta un lato oscuro: molto tossico, produce sintomi gravi, dolori, lesioni del fegato, del sistema digestivo e può provocare la morte. Sarà poi sostituito, qualche anno più tardi, da un suo derivato meno tossico e meglio tollerato.

Paul Ehrlich, sulla base dei suoi studi di tossicità sviluppa una teoria secondo cui l'azione di un farmaco è necessariamente dovuta al suo legame con un recettore specifico che si trova nell'organismo (Corpora non agunt nisi fixata). Una teoria che, come sappiamo, nel corso del secolo appena cominciato rappresenterà la leva della nascita e dello sviluppo di migliaia di nuovi farmaci. Farmaci che, secondo Ehrlich, devono colpire in modo preciso il loro bersaglio, e che per questo chiama "proiettili magici".


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