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Che
cos’è?
L’ulcera peptica, dal latino “ulcus”
(piaga), è una lesione che può localizzarsi nel rivestimento mucoso
interno dello stomaco (ulcera gastrica) o nella prima parte
dell’intestino tenue (ulcera duodenale). Può anche essere localizzata
nell'esofago (ulcera esofagea), ma in questo caso ci troviamo di fronte
ad una patologia conseguente al reflusso gastro-esofageo, patologia non
oggetto della presente trattazione.
Il termine “peptica” (dal greco peptikòs, che
concerne la digestione)
suggerisce che l’origine della patologia sia correlata alle secrezioni
acide irritanti prodotte dallo stomaco durante la digestione (succhi
gastrici).
In condizioni normali, il rivestimento mucoso dello stomaco e
dell’intestino tenue protegge i tessuti dall’attacco dei succhi
gastrici mediante la produzione di sostanze viscose di rivestimento
(muco). Quando questa barriera cessa di funzionare correttamente, i
fattori protettivi della mucosa non riescono più a controbilanciare
l’aggressione del succo gastrico, causando infiammazioni (gastrite)
e
ulcere.
Quanto è diffusa
Il 2% della popolazione occidentale ha almeno un’ulcera peptica attiva,
mentre manifestazioni cliniche attribuibili a questa malattia sono
state riscontrate nel 17% della popolazione. Questa condizione colpisce
più frequentemente gli individui di sesso maschile (20-30%) che quelli
di sesso femminile (10-20%). La prevalenza dell’ulcera peptica è in
marcata diminuzione, grazie all’individuazione dei fattori che ne
determinano l’insorgenza e alla possibilità di guarirla in un altissimo
numero di casi.
Quali sono le cause dell’ulcera peptica?
Infezione da Helicobacter pylori (H. pylori)
Si tratta di un batterio che infetta il tratto gastrointestinale (GI) e
si moltiplica all’interno della mucosa che riveste le pareti di stomaco
e intestino tenue. È stato scoperto all’inizio degli anni Ottanta da B.
Marshall e J.R. Warren, che correlarono la presenza di H.
pylori a
quadri clinici di gastrite e ulcera peptica. Il lavoro dei due
ricercatori, insigniti del Premio Nobel per la Medicina nel 2005, ha
rappresentato uno dei traguardi più importanti della ricerca medica del
XX secolo.
Altri fattori correlati all’insorgenza
dell’ulcera peptica sono:
- consumo eccessivo di alcol;
- fumo di sigaretta;
- eccessivo consumo di caffeina;
- abuso di FANS (Farmaci Antinfiammatori
Non Steroidei), che inibisce un enzima necessario alla produzione di
fattori che costituiscono il rivestimento interno dello stomaco e
aiutano a controllare le emorragie;
- età superiore a 50 anni;
- storia di precedenti terapie radianti;
- malattie croniche (mastocitosi
sistemica, broncopneumopatia cronica ostruttiva - BPCO, insufficienza
renale cronica, cirrosi, ecc.).
Sindrome di Zollinger-Ellison
L’ulcera peptica è, inoltre, correlata a una rara condizione nota come
Sindrome di Zollinger-Ellison, che può
causare anche tumore del
pancreas. I pazienti con questa malattia manifestano un eccessivo
rilascio di gastrina, un ormone che controlla l’acidità dello stomaco,
con conseguente aumento dell'acidità gastrica, che danneggia la mucosa.
Tumore dello stomaco
Un’ulcera peptica localizzata nello stomaco ed accompagnata dalla
tipica sintomatologia dell’ulcera può anche essere una iniziale
manifestazione di tumore dello stomaco. Anche per questo motivo è
importante non procrastinare la diagnosi di ulcera peptica.
Che cosa non provoca l’ulcera peptica?
I pregiudizi da sfatare sull’ulcera peptica sono molti: stress e cibi
piccanti non causano questa patologia, ma potrebbero contribuire
all’irritazione e al peggioramento di un’ulcera preesistente.
Quali sono i sintomi associati?
Quelli più comuni comprendono dolore, gonfiore e bruciore addominale,
sensazione di pienezza, perdita di appetito, nausea con o senza vomito,
drastica perdita di peso. Altri sintomi possono includere svenimenti,
affaticamento o sensazione di “testa leggera”.
Tra i sintomi più gravi: l’emissione di sangue con le feci o il vomito,
nonché forti dolori addominali.
Come viene diagnosticata?
Esistono diverse tecniche ambulatoriali, che includono test per
verificare la presenza di infezione da H. Pylori:
test del respiro
(Urea breath test), test dell’antigene fecale ed
esami del sangue.
Altre tecniche utili per le diagnosi vengono eseguite in ospedale e
consentono al medico di ispezionare lo stomaco e il duodeno
“dall’interno”: si tratta della radiografia seriata del tratto
gastrointestinale superiore e dell’esofagogastroduodenoscopia (EGD).
Come viene trattata l’ulcera peptica?
Viene trattata in base alla causa che l’ha scatenata. La verifica di
un’infezione da H. pylori è fondamentale per
determinare la strategia
di trattamento:
- in assenza di H. pylori
si ricorre
all’uso di farmaci che agiscono riducendo la secrezione acida dello
stomaco. Questi farmaci (che comprendono gli inibitori di pompa
protonica e gli antagonisti dei recettori dell'istamina) contribuiscono
dopo circa 4 settimane ad alleviare il dolore promuovendo la guarigione
dell’ulcera;
- in presenza di H. pylori, oltre
all’uso
di inibitori di pompa protonica (PPI), è necessaria una terapia a base
di antibiotici che consentano l’eradicazione dell’infezione da H.
pylori, indipendentemente dal fatto che l'ulcera sia in
forma attiva o
in fase di cicatrizzazione.
La terapia di elezione è rappresentata dall'associazione di PPI e
bismuto citrato (un agente che opera “coprendo” l’ulcera ed evitando la
formazione di un’ulteriore lesione) con due antibiotici a scelta tra
amoxicillina, claritromicina e metronidazolo. È possibile, anche se
raro, che alcuni pazienti non rispondano al trattamento con antibiotici
o che sviluppino complicanze (perforazione, sanguinamento, ostruzioni)
che rendano necessario un intervento chirurgico. Le nuove terapie
farmacologiche permettono tuttavia, nella maggior parte dei casi, di
curare l’ulcera peptica, evitando questo tipo di intervento.
Il latte o gli antiacidi possono aiutare a guarire
l’ulcera peptica?
C’è chi ritiene che il latte aiuti il processo di guarigione
dell’ulcera peptica; in realtà la sua assunzione aumenta l’acidità
gastrica determinando un peggioramento dell’ulcera. È pertanto
necessario che i pazienti con un’ulcera in fase di guarigione
consultino il proprio medico riguardo al consumo di questo alimento.
Gli antiacidi possono alleviare il dolore causato dall’ulcera peptica,
ma non sono in grado di eradicare l’infezione da l’H.pylori.
I pazienti
in trattamento con antibiotici dovrebbero verificare con il proprio
medico la possibilità di assumere antiacidi, poiché l’antibiotico
potrebbe non funzionare correttamente se associato a questi farmaci.
E in caso di necessaria assunzione di FANS?
Se si intende riprendere (o continuare) l’uso di FANS è opportuno
consultare il proprio medico. I pazienti con ulcera indotta da FANS che
necessitano di questi farmaci possono favorire il processo di
guarigione e ridurre il rischio di recidiva:
- assumendo il farmaco durante un pasto
- utilizzando la più bassa dose efficace
possibile
- smettendo di fumare
- evitando o limitando il consumo di
alcol.
Si ringrazia la SIF
– Società
Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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