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La
parola “gotta” deriva dal latino gutta (goccia). Nell’antichità si
credeva, infatti, che uno degli umori dell'organismo, non più
in equilibrio con gli altri, "gocciolasse" all'interno delle
articolazioni, causando così la malattia. In passato, questa patologia
veniva quasi costantemente confusa con malattie reumatiche di altra
natura: fu solo nel XVII secolo che Guillaume de Baillou distinse gotta
e reumatismo. Fin dall'antichità era nota l'associazione tra gotta e
calcoli urinari, ma se la concomitanza di queste due patologie era un
fatto ben conosciuto, non era così altrettanto facile darne una
spiegazione plausibile. Chi per primo intuì il nesso fra i due
fenomeni, articolare e renale, fu Teophrastus Bombast von Hohenheim,
più noto col nome di Paracelso, nel XVI secolo. Egli infatti ipotizzò
che gotta e calcolosi fossero causati dalla tendenza, in certi
individui, a ritenere sostanze da lui definite “acri”, anziché
eliminarle “per via naturale". Ma solo nel 1853, Alfred Barino Garrod
fece luce sulla correlazione fra iperuricemia e gotta. Ci vorrà poi
circa un secolo perché vengano definitivamente chiariti, da Talbott e
Terplan, i meccanismi attraverso i quali si sviluppa la patologia
renale in corso di malattia gottosa.
Cos’è la gotta
La gotta è una malattia che provoca un doloroso disturbo delle
articolazioni dovuto al deposito di urati di calcio (sali dell'acido
urico) nelle ossa e nelle cartilagini.
L'acido urico si forma nel fegato, raggiunge il sangue e viene infine
eliminato dai reni.
L’aumento del tasso di acido urico nel sangue (ovvero una condizione di
iperuricemia) e la formazione di cristalli che precipitano nel sangue e
nei tessuti, rappresenta la condizione di partenza per lo sviluppo
della gotta, che può essere caratterizzata anche dalla formazione di
calcoli renali di acido urico e nefrite interstiziale.
Un aumento dei valori plasmatici normali di uricemia (da 3 a 7 mg. per
cento ml. negli uomini, da 2 a 6 mg. per cento ml. nelle donne), può
rappresentare la base per l'insorgenza della gotta.
Non necessariamente chi è affetto da iperuricemia soffre di gotta:
perché la malattia si manifesti, infatti, si devono formare dei
depositi di urati nelle articolazioni che scatenano gli episodi
infiammatori. Tale condizione colpisce circa l’1% della popolazione
italiana (in particolare gli uomini adulti e le donne, soprattutto dopo
la menopausa). L’aumento dei livelli di acido urico può precedere anche
di 20 anni l’insorgenza della gotta.
Quali sono i sintomi
La gotta si manifesta con dolori reumatici e artritici, concentrati
nella zona dell'alluce, della pianta del piede e nelle articolazioni di
caviglie, ginocchia, polsi e gomiti. Tali dolori si scatenano
soprattutto in seguito a piccoli traumi, stati influenzali, eccesso di
cibo e stress.
Spesso a questi dolori si associano febbre, brividi, rossore cutaneo,
gonfiore e tachicardia. I primi attacchi durano pochi giorni, ma la
malattia, se non curata, causa episodi infiammatori sempre più
frequenti e duraturi: questo porta a danneggiare le articolazioni con
la formazione di particolari cristalli, detti “tofi gottosi”, che
deformano e gonfiano le parti colpite (gotta cronica).
Quali sono i fattori di rischio
I fattori di rischio per la gotta comprendono tutte le condizioni che
determinano l'aumento di acido urico nel sangue:
- malattie concomitanti, quali ipertensione e diabete,
alti livelli di grassi o colesterolo nel sangue (iperlipidemia) e il
restringimento delle arterie (arteriosclerosi). Interventi chirurgici,
malattie o condizioni che comportino lunghe degenze a letto;
- fattori genetici;
- età e sesso. La gotta si manifesta più spesso negli
uomini rispetto
alle donne. Gli uomini hanno più possibilità di sviluppare la malattia
in età meno avanzata (cioè tra i 30 e i 50 anni), mentre le donne
generalmente sviluppano i sintomi dopo i 50;
- fattori legati allo stile di vita: un consumo
eccessivo di alcool e una dieta ricca di carne aumentano il
rischio di gotta.
Come viene diagnosticata
La diagnosi di gotta viene posta dosando l’acido urico nelle urine e
nel sangue. La diagnosi certa si ha solo con l’esame microscopico del
liquido sinoviale per rintracciare la presenza dei tipici cristalli di
acido urico a forma di ago.
Le terapie disponibili
Per calmare i forti dolori della crisi di gotta, si assumono farmaci
analgesici o antinfiammatori. Questi prodotti possono essere assunti
sotto forma di compresse o direttamente per iniezione a livello
dell’articolazione dolorante. In genere i cortisonici vengono
somministrati alle persone che non sopportano o non possono assumere i
FANS.
Sono disponibili inoltre farmaci che inibiscono la sintesi dell’acido
urico attraverso un meccanismo d’azione specifico sulla cattura
enzimatica interessata alla sua produzione.
Si ringrazia la SIF
– Società
Italiana di Farmacologia per la collaborazione
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